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sabato 25 maggio 2019

Quelli che ti ri-ri-chiedono l'amicizia.

Il mio lavoro comporta l'entrare in contatto ogni giorno con un sacco di persone: medici, infermieri, tecnici, soccorritori, volontari, malati, parenti dei malati. Ogni tanto capita che una delle persone con cui ho a che fare nella vita reale mi chieda l'amicizia su FB, e anche se non si tratta di conoscenze approfondite io in genere accetto: buona parte dei miei "amici" non sono persone che conosco nella vita reale, sono persone che per qualche motivo trovo interessanti (perché sono dei liutai, perché scrivono cose interessanti, perché son fighe. No, quest'ultima no. Giuro).
Quindi concedo l'amicizia, mi faccio un giro sul profilo del nuovo amico, e qualche volta sogghigno. Sogghigno molto quando nella bacheca del nuovo amico compaiono padripii e madonne, sogghigno più amaramente quando la pagina è infarcita di fasciorazzismo-nazionalsciovinista. Ma comunque sogghigno. Perché io mica mi autocensuro, e sono abituato a scrivere senza porre filtri, se non forse al turpiloquio eccessivamente immotivato. Dio Anubi.
Mi capita di scrivere cose anticlericali, e di offendere incidentalmente la sensibilità cristiana di qualcuno. E quello mi leva l'amicizia. Non è un problema mia se lui crede alle favole, ma sorvoliamo.
Mi capita di scrivere cose anti fasciorazziste-nazionalscioviniste, e capita che qualcuno proprio non riesca a tollerare la cosa. Così mi leva l'amicizia. Non è colpa mia se lui è il nostalgico sostenitore di una montagna di odio e merda, ma sorvoliamo.
Tanto io in genere non me ne accorgo nemmeno, sia chiaro. E non è che me ne importi granché.
Mi accorgo di essere stato eliminato dalla lista degli amici di qualcuno solo quando quel qualcuno mi ri-chiede l'amicizia.
Eccheccazzo, penso, ma non eravamo già amici? Pensavi ti fossi simpatico, poi hai deciso che ti stavo sui coglioni, ora mi trovi di nuovo simpatico? Cazzi tuoi, amico.
Sogghigno, e riconcedo l'amicizia.
E continuo a scrivere senza filtri. Mica lo faccio apposta per loro, sia chiaro. Lo faccio. Da sempre.
Prima o poi riscrivo qualcosa che ai tizi non va bene, e quindi mi ricancellano dalle amicizie.
E io non me ne accorgo, davvero.
Quando me ne accorgo? Esatto: quando mi ri-ri-chiedono l'amicizia.
Quindi siamo al punto in cui il tizio pensava gli fossi simpatico, poi ha deciso che gli stavo sui coglioni, quindi ha ricominciato a trovarmi simpatico, ma ha nuovamente deciso che gli stavo sui coglioni, per concludere infine che non sono poi così male, e che in fondo vale la pena avermi tra gli amici.

A quel punto sogghigno, e col cazzo che concedo l'amicizia.
Li tengo per sempre lì, tra i richiedenti.
Per ricordarmi, quando li incontro nella vita reale, che ho a che fare con dei veri, verissimi cretini.