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giovedì 22 marzo 2018

"Medicina democratica e partecipativa"




"Dotto', lei che ne dice? E'ggrave? Che ciò un sacco di cose da spiccià a casa e sto stronzo ogni due per tre mi fa finta di avere un attacco di cuore. E' la terza volta che veniamo in pronto soccorso questo mese, io ne ho francamente le balle piene, sa? Se deve morì che muoia, sto rompicojoni".
"Io direi che suo marito ha un infarto, signora. Ma vorrei sentire il parere degli astanti prima di prendere una decisione. Velocemente, per favore, perché io penso che il malato sia grave, e che debba essere immediatamente trasportato in emodinamica. Lei, con la mano alzata, dica".
"Professo' bonasera, so Gigi, l'idraulico, sto in pausa caffè, passavo de qua per caso e non ho potuto fare a meno de stare ad ascoltà. Dico: poniamo pure che ci ha l'infarto: ci ha novant'anni, por omo, nuncapiscepiù ncazzo. Perlamordiddio, lassatelo sta'. Che je fate?"
"Già. Cosa gli facciamo? Lei, con il cappotto rosa, dica".
"Dottore, buonasera. Alessia, personal shopper. Sono qui in pronto soccorso perché ho fatto finta di suicidarmi facendo finta di prendere delle pastiglie per far preoccupare quel porco del mio ragazzo che mi ha tradito, ma lui ancora non è arrivato, e sì che gli ho scritto sette messaggi, al bastardo".
"Signorina, vuole per cortesia arrivare al dunque? Il malato è grave".
"Lei mi tratta con sufficienza, e questo sminuisce il mio tentativo di partecipazione democratica alla decisione medica. E' la saccenza - o meglio, saccenteria! - di quelli come lei, e come Burioni, che rovina il rapporto del cittadino con la medicina. Comunque ho letto su Donna Moderna che il vino rosso fa bene al cuore. Potremmo fargli bere un paio di bicchieri, per intanto?"
"...Oh... Ottima idea, prendo un appunto, guardi. Io pensavo a morfina, acetilsalicilato di lisina, ossigeno e nitroglicerina, ma se lei dice vino... Bene. Se non ci sono altri contributi io provvederei al trasferimento del malato in emodinam... Ah, no, scusi: lei col cappello da alpino, elegantemente accasciato sulla sedia e dalla dubbia continenza urinaria, viste le condizioni dei pantaloni che indossa, dica. Celermente, la prego".
"Me, bevi il vin da sempre. Ma ci ho il cuore che porcaputtana spara colpi, che mi ci han messo l'acceleratore automatico, come il piss macher, ma che porcoduncane mi tiran certe sleppe... Che a me fan incazzare quei bambini di merda che mi fan i gavettoni, che mi incazzo porcodiavolo che mi salta il cuore nella gola, no? Bambini di merda. Allora io dico: ma se il vino ci fa bene al cuore, cazzodiundiavolo, perché a me che ciò l'acceleratore automatico mi va il cuore in sirillazione per quei bambini di merda e mi tira sleppe, ostia, varda che fanno un male del ostia".
"Mi sembra di capire che lei non consigli la somministrazione di vino al malato".
"Riesco mica a cagare, sa?"
"Di questo potremo parlare più tardi, se non le spiace. Ora provvederei a trasferire il malato in emodin..."
"Dottore, temo che il malato sia deceduto".


I titoli sui giornali, il giorno dopo:

L'urlo della vedova: "ASSASSINI, LO AVETE UCCISO VOI"
La testimonianza dell'idraulico: "lo hanno lasciato morire solo perché era un povero vecchio, è stata una cosa inumana".
"Si rifiutavano di prestare ascolto a quello che avevamo da dire. Sono bestie" - esclusiva testimonianza della personal shopper che ha assistito alla tragedia".
"Un branco di incompetenti che ha perso tempo prezioso invece che assumersi la responsabilità di prendere la decisione giusta" - l'amaro sfogo del volontario del corpo degli Alpini che ha cercato invano di contribuire ai soccorsi. (nella foto, sorridente, con i pantaloni bagnati a causa di un palloncino d'acqua scoppiato mentre amorevolmente giocava con un bimbo).