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lunedì 26 maggio 2014

Grillo fa bene all'Italia.

Piccola, necessaria premessa: sono stato un grande fan del Grillo commediante. Ma adoravo anche Luttazzi, quindi non vuol dire. :-)

Seconda, necessaria premessa: non ho votato M5S. Nemmeno alle politiche dello scorso anno.

Sono di sinistra, di sinistra radicale, e quindi inevitabilmente deluso da sempre (cioè dal 1994, per questioni anagrafiche: avevo diciassette anni quando ho assistito alla caporetto della gioiosa macchina da guerra di Occhetto) da quel partito che un tempo fu di sinistra e adesso è il PD di Renzi.

La sinistra radicale è progressivamente quasi scomparsa di scena, tra ridicoli litigi su questioni di lana caprina e scissioni progressive, vendoliani che perdono nel congresso del proprio partito e se ne vanno sbattendo la porta (ennò porcaputtanaeva, se perdi NEL congresso del TUO partito rimani lì e cerchi di riguadagnarti la fiducia dei delegati, compagno dei miei stivali), comunisti rifondanti e comunisti italiani spaccati per sempre sul sostegno al governo Prodi e disperanti infortuni simili. Ai tempi dei girotondi, per dire, sarei già stato pronto a votare un movimento guidato da Nanni Moretti ("con questa classe dirigente non vinceremo mai", aveva detto, e tanto mi bastava, perché aveva maledettamente ragione).

Quando un altro artista che stimavo, Grillo, si è messo a fare casino prima col blog, e poi con i v-day in piazza, ho esultato. Ad un artista si permettono e si perdonano molte cose, quando parla da privato cittadino, senza incarichi politici. Uno in quelle condizioni ha il diritto di sfruttare la propria visibilità per gridare vaffanculo in maniera scomposta, se vuole farlo. Se poi quell'artista è un commediante che è abituato al linguaggio iperbolico della satira, gli si perdona praticamente di tutto. Voglio dire: Bill Hicks simulava sodomizzazioni seriali di "musicisti" che vendevano l'anima in cambio del successo. E lo adoro. Anche perché aveva ragione.

Ho cominciato a sperare che la pressione esercitata da Grillo, dal suo blog e dalle prime piazze stracolme di gente potesse portare i partiti a correggere almeno di un po' la rotta sciagurata che stavano seguendo. Grillo parlava di questioni assolutamente condivisibili. Con i suoi limiti, che sono evidenti (quando parla di informatica si vede lontano un miglio che in realtà non ci capisce un cazzo), ma limiti che è possibile tollerare in un comico che esprime il proprio impegno civico. Insomma, ero un grillino, nel senso che ero un sostenitore di Grillo.

Poi è nato M5S, e ho smesso di essere grillino. Perché vedete, io posso adorare un comico, e riesco a farlo anche se ha creduto in quella idiozia delle biowashball. Ma se lo stesso comico è il proprietario di una forza politica cambia tutto. Cambia perché fin dall'inizio è stato evidente che Grillo e il suo movimento non hanno un indirizzo politico condiviso con gli elettori, e spiego perché: io sono contrario alla TAV e all'acquisto degli F35, ok? Sono per la sanità e l'istruzione pubblica. Acqua pubblica, certo. No alla corruzione, ovvio. Ma una forza politica non può lasciare inevase certe questioni, dicendo "deciderà la rete". La decisione della rete è potenzialmente pericolosa quando ci sono di mezzo questioni fiscali, sanitarie, diplomatiche, riservate e via dicendo. Sono ateo, ma un mito antico (una roba astrusa che parla di un uomo semidio, figlio di una vergine ingravidata da uno spirito, che muore e poi ritorna in vita) racconta che il popolo, quando fu il momento di scegliere, scelse un tale Barabba.

Quindi lo scorso anno ho votato per Ingroia.
E quest'anno ho votato per la lista di Tsipras.

Io non sono per il voto utile. Cazzate antidemocratiche da pulsione maggioritaria: uno deve votare quel che più gli si avvicina, riservandosi di poter annullare la scheda se niente gli si avvicina.

Oggi, guardando i risultati, sono contento. E sono convinto che Grillo faccia bene all'Italia. Fa bene perché ha intercettato il dissenso di una larga fetta dell'elettorato che altrimenti non sarebbe rappresentato. Fa bene perché ha permesso a persone come Di Maio di entrare in parlamento e di aumentare ulteriormente la pressione sui partiti. Fa bene perché Grillo è molto meglio dei neonazisti e dei neofascisti, e i suoi supporter non sfasciano le vetrine e non danno fuoco alle auto della polizia. Fa bene perché comunque ha preso il 20%, e può continuare a tenere sul chi va là chi governa il paese, perché una forza del 20% pesa, è strutturale, e può pesare in positivo. Fa bene perché Renzi, che ha stravinto queste europee, ora sa che ha il sostegno popolare per "fare", ma sa anche che se non dovesse riuscire a "fare" il Movimento può tornare a ciucciargli voti.

Renzi ora cercherà, logicamente, di andare ad elezioni anticipate, magari in autunno. Ma intanto, se quello cui punta è il 40%, dovrà "fare", o quantomeno provarci. Questo paese ne ha un maledetto bisogno, quindi incrociamo le dita.


(PS: no, Renzi non lo voterò mai. Proprio no no no).